Riceviamo e pubblichiamo - Con la dichiarazione che accusa il governo Berlusconi ed in particolare il ministro Sacconi di bloccare prima 4 miliardi ora solo 1,7 miliardi per la mancata chiusura di quattro ospedali di montagna Montino dimostra di essere bugiardo.
Montino non dice che quei fondi non sono dovuti alla Regione perchè sono fondi aggiuntivi alla quota del fondo sanitario e sono vincolati per legge al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano di rientro che la Regione ha liberamente approvato e sottoscritto con il Governo Prodi.
Montino dimentica che lo Stato ha già trasferito alla Regione una cifra pari a 7,1 miliardi (5 miliardi equivalenti al cosiddetto prestito trentennale, che si è trasformato poi in prestito a babbo morto, e 2,1 miliardi previsti dal d.l. 23/2007 e vincolati solo alla firma del piano di rientro) per la copertura del debito al 31.12.2005 che era pari a 6,6 miliardi e non a 10, e a maggio di quest’anno ha erogato ulteriori 828 milioni come somma aggiuntiva di aiuto alla copertura del disavanzo.
E’ del tutto evidente che lo Stato avendo già erogato somme ingenti e straordinarie alla Regione prima di erogare il finanziamento finale di 1,7 miliardi, sempre soldi aggiuntivi per accompagnare il piano di rientro, aspetta che siano almeno varati i provvedimenti più importanti.
Infatti lo smemorato Montino fa finta di non sapere che il tavolo tecnico di monitoraggio del ministero dell’economia, composto dalle stese persone dell’epoca del Governo Prodi, sia in occasione della riunione del primo aprile che del 4 agosto ha vincolato l’erogazione di ulteriori fondi aggiuntivi all’adozione del piano sanitario, del provvedimento di riorganizzazione delle rete ospedaliera e del Recup.
Montino attacca strumentalmente alle spalle il governo Berlusconi che in maniera responsabile, per evitare di fare la campagna sul caso Marrazzo, gli sta consentendo di andare a votare a Marzo invece che a Gennaio, cosa che sta consentendo al Pd di riaversi dalla botta e di riorganizzarsi.
Non solo ma di fronte al diniego del reggente Montino di subentrare a Marrazzo anche nel ruolo di commissario alla sanità il governo ha concordato con lui la nomina di una personalità esterna di chiara fama, per cui siamo nel paradosso che mentre Montino si occupa della gestione del potere nelle asl accusa poi il commissario ed il Governo di voler imporre i tagli.
Donato Robilotta
Consigliere Regionale del Popolo della Libertà
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