Riceviamo e pubblichiamo
- Crediamo che il presidente della provincia, sui precari, continui a far finta di non capire e ogni volta risponde solo su una piccola parte delle questioni poste, quella meno dolorosa, vediamo di essere ancora più chiari:
Quando il presidente vorrà confrontarsi concretamente con i sindacati e quando avrà espressamente dichiarato che la sua volontà è quella di non licenziare o aspettare che cessino, anzi, ove sia possibile, di stabilizzare, secondo norme chiare trasparenti e certe tutti i “precari”, allora si uscirà da questo cul de sac dove si è infilato da solo dichiarando in conferenza stampa la volontà di ridurre il numero dei precari: “ sono troppi… e non ci sono abbastanza risorse per sostenerli… vanno ridotti.”
Con il suo assessore che rilanciava: “i soliti imbucati.
Tocca forse ricordare al presidente e a qualche consigliere, che i “precari” da anni suppliscono alle croniche carenze d’organico, spesso con capacità ed esperienza, e i metodi di selezione, su cui non abbiamo mai taciuto dubbi e perplessità, sono stati utilizzati da giunte di ogni colore.
Non vorremmo che sull’anello debole della catena, anche dei precari, si scaricasse l’esigenza della polemica politica o il desiderio di un presunto rinnovamento.
Successivamente alla conferenza stampa, il presidente, si è presentato ai sindacati sostenendo che non per volontà sua, ma perché la manovra economica del governo e le leggi sul lavoro lo obbligavano, era costretto a pensare ad una “riduzione/cessazione/dei precari”.
Per ridurre il danno, l’amministrazione proponeva un concorso specificando che con esso nulla garantiva ai precari interni se non qualche punteggio per il servizio prestato.
Speriamo che Meroi sappia benissimo che il concorso non può essere la soluzione per i precari, questa procedura può servire solamente alle esigenze, pur legittime, da parte dell’attuale maggioranza di dare risposte a quanti bussano alle porte dei vari assessori per chiedere un lavoro, oppure potrebbe offrire opportunità a quanti in Italia cercano una mobilità per venire a Viterbo, per passare da un comune alla provincia e altro.
Tenuto conto che il decreto legge n. 78/2010 non ricomprende gli enti locali tra le amministrazioni che devono adeguarsi ai principi di riduzione del 50% della spesa sul precariato e tale interpretazione è confermata dalle note interpretative dell’Anci.
Qual è il vero Meroi/pensiero? Sono troppi i precari oppure sono necessari, ma una interpretazione del DL 78, spinge il presidente a “cessarli” pur contro voglia?
In tal senso avevamo suggerito al presidente uno studio dei provvedimenti e del metodo adottati dalla Provincia di Frosinone; perché un presidente della PDL ha manifestato una volontà politica del tutto differente e ha utilizzato strumenti normativi utili anche ai precari della Amministrazione Provinciale di Viterbo; che ricordiamo al presidente non si limitano solo ai cosi detti interinali, per i quali occorre un passaggio in più, ma comprendono lavoratori con altre tipologie di contratto, pagati alcuni anche con fondi europei, non quindi un copia e incolla dei verbali d’intesa di Iannarilli, ma una lettura ragionata degli stessi, troppo sforzo per Marcello?
Noi crediamo e sosteniamo che questi interinali hanno ben poco della figura dei lavoratori interinali tipici, ma sono molto più propriamente assimilabili ad altre tipologie;
Da mesi ormai sta trascinando questa situazione, in realtà più sui media che nei fatti, ed intanto il tempo passa, i lavoratori sono sempre più preoccupati, molti contratti giungono a scadenza, alcuni entro la fine dell’anno, cosa farà trovare sotto l’albero il buon Meroi? Dei nuovi disoccupati?
Crediamo non sia questo il modo di gestire un problema da parte di una amministrazione, ma chiaramente ognuno agisce secondo la propria coscienza e secondo le proprie capacità, “non puoi chiedere ad un sasso di camminare, al massimo di rotolare.
Abbiamo ben chiaro il percorso per salvaguardare i diritti di questi lavoratori e per non bloccare la “macchina” amministrativa provinciale che prende linfa vitale anche dai lavoratori precari, se la fase negoziale, che non siamo disposti a diluire ancora, non andrà a buon fine allora seguiremo anche quella vertenziale per evidenziare che sui precari, negli anni, forse non si sono seguite tutte le regole contrattali, e che questi lavoratori non sono stati proprio trattati come “privilegiati”, come qualcuno sostiene, ma vittime di un sistema deteriorato.
La richiesta delle organizzazioni sindacali dei precari, la nostra richiesta, la richiesta dei lavoratori di ruolo che dai precari ottengono fattivo aiuto è: l’attuale giunta si impegna al rinnovo del contratto alla scadenza per ognuno dei lavoratori precari impiegati in provincia, in attesa di applicare norme utili alla stabilizzazione?
Apriamo quindi un tavolo di lavoro serio dove tutte le parti si impegnino nello scopo comune di sistemare questi lavoratori e che non sia un teatrino magari con un unico attore: Marcello il presidente.
Lino Rocchi
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