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Tuscia Operafestival - Ieri sera il concerto all'Arena Valle Faul diretto dal maestro Stefano Vignati - Fotogallery
I Carmina Burana scuotono Viterbo
di Paola Pierdomenico
Viterbo - 8 agosto 2010 - ore 4,30



Le immagini del concerto dei Carmina Burana all'Arena Valle Faul
Il maestro Stefano Vignati
Il soprano Noriko Hirabayashi
Il tenore Mario Bassani
Il baritono Salvatore Grigoli
- Potenza della musica. Forza delle voci. Atmosfera magica.

In due parole, Carmina Burana. Ieri sera la grande attesa per il concerto all'arena di Valle Faul è stata appagata. Oltre mille persone hanno assistito, completamente rapite, all'esecuzione diretta dal maestro Stefano Vignati.

“E' andata bene. E' stata una grande fatica, anche perché il pezzo era difficile – ha commentato non senza emozione Vignati a conclusione del concerto -. Ma la rappresentazione di oggi è stata migliore rispetto alle prove che abbiamo fatto”.

Vignati, con i Carmina burana musicati da Carl Orff, si è trovato a gestire un'imponente mole di musicisti e cantanti. Sul palco dell'arena, infatti, oltre all'orchestra sinfonica del Tuscia Operafestival, c'erano anche i cori della Camerata polifonica viterbese del maestro Piero Caraba, il coro di Ponte Valle Ceppi e il gruppo polifonico Coradini di Arezzo, diretti dal maestro Vladimiro Vagnetti.

Dopo la sistemazione dell'orchestra, insieme a Vignati, sono entrati anche il soprano Noriko Hirabayashi, il controtenore Mario Bassani che ha messo in mostra doti di ampia vocalità nell'eseguire alcuni dei 24 poemi che vanno a costituire l'opera e il baritono Salvatore Grigoli.

I tre si sono alternati nell'esecuzione di alcuni brani con diversi timbri e tonalità, corrispondenti ai sentimenti dominanti dell'opera, calati a volte in atmosfere di meditazione e a volte in quelle più irrazionali.

Ritmi che poi corrispondevano alle diverse sfaccettature dell'amore rappresentate nel testo. Spirituale e carnale. Apollineo e dionisiaco.

E' stato il maestro Vignati, comunque, il vero protagonista della serata. Una direzione impeccabile e coinvolgente. Particolarmente emozionante, il modo in cui si muoveva per dirigere i suoi orchestrali. Vignati ha mostrato al pubblico di sentire la musica non solo con le orecchie, ma anche di averla percepita con ogni parte del corpo e, soprattutto, con il cuore. Elemento in più che gli ha reso possibile una performance che gli spettatori hanno molto apprezzato.

Grande emozione nel vederlo cantare ogni singola parola del testo. Poca importanza se si trattasse di latino o tedesco. Vignati non ne ha persa una, ed andato dietro al coro che ha eseguito perfettamente i canti dell'opera.

Stesso coinvolgimento nel vederlo muoversi con leggerezza nelle parti ritmicamente più lente. E successivamente scatenarsi, in quelle più veloci e intense, messe in risalto dalle percussioni che hanno accentuato i ritmi più energici della scrittura. Come nella sezione di O fortuna, brano che apre e chiude i Carmina e che è conosciuto dalla maggior parte degli spettatori, perché risentito in molti film come Excalibur o in alcune pellicole di Pierpaolo Pasolini.

Una rappresentazione, dunque, che stava particolarmente a cuore al direttore d'orchestra, tanto che ha deciso di riproporla all'interno del Tuscia Operafestival a distanza di tre anni. “L'ultima volta che abbiamo rappresentato i Carmina burana era il 2007 – ha spiegato il maestro -. Il fatto di incontrare gente che mi chiedeva di rimetterli in scena, mi ha fatto capire che avevamo realizzato qualcosa che era rimasta impressa alle persone. E' questo che mi ha spinto a rifarli”.

Con una serie di novità. Prima fra tutte, l'ambientazione. Abbandonata la tradizionale piazza San Lorenzo che in questi anni ha ospitato i concerti del Tuscia Operafestival, si è passati alla nuovissima arena Valle Faul.

Un cambiamento che ha portato un'ulteriore novità e cioè l'uso dell'amplificazione.L'arena è molto grande – ha detto Vignati – e si adatta bene ai concerti di musica leggera. Utilizzarla per un concerto di musica classica è stata una novità sotto tutti i punti di vista. Il giorno precedente la prima, infatti, abbiamo avuto una serie di difficoltà tecniche che non ci aspettavamo.

Abbiamo dovuto posizionare 45 microfoni su tutto il palco – ha continuato –. Non è facile fare musica con gli amplificatori, ma credo che, alla fine, abbiamo avuto un buon risultato anche perché nel nostro caso, i micronfoni erano solo dei supporti per poter sentire bene la musica”.

Alla fine l'obiettivo è stato raggiunto con soddisfazione del maestro e di tutti quelli che hanno contribuito a realizzare l'originale orchestrazione dei Carmina burana.

Un lavoro che ha richiesto grande impegno da parte dei coristi e dei musicisti. “Abbiamo provato intensamente – ha raccontato il maestro Vignati -, soprattutto nei due giorni che hanno preceduto la prima. Abbiamo fatto prove con le diverse sezioni dell'orchestra e poi tutti insieme. E' stato un duro lavoro”.

A conclusione del concerto, l'emozione era palpabile nell'aria. “Se dovessi descrivere questa serata con un aggettivo – ha concluso Vignati – direi adrenalinica. Ogni volta che c'è una prima, ci sono sempre i rischi. È come camminare su un filo sospeso tra due palazzi. Questa dei Carmina era una scrittura difficile, c'erano da gestire un grande coro e una grande orchestra. Era un po' come dover tenere a freno i cavalli, ma credo che sia andato tutto bene e che alla fine il pubblico abbia apprezzato”.


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