- 2.500 firme in due ore per l’ospedale Andosilla e serrata dei commercianti: continuano le proteste a Civita Castellana.
“La risposta della cittadinanza è stata eccezionale. Duemilacinquecento firme raccolte in due ore sono il segno evidente che nessuno qui è disposto a farsi togliere il proprio diritto alla salute”. Così il sindaco di Civita Castellana commenta la mobilitazione che sabato 7 agosto ha coinvolto la città della ceramica.
Dopo il volantinaggio al mercato settimanale che si è svolto in mattinata, la cittadinanza non solo di Civita Castellana ma anche di molti paesi limitrofi ha risposto all’appuntamento in piazza Matteotti.
Alle 18,30 si è dato inizio alla raccolta di firme contro i tagli all’ospedale Andosilla e contemporaneamente si sono abbassate le saracinesche dei negozi del centro, che hanno esposto un cartello che recitava. “Questo esercizio aderisce alla protesta e alla campagna per la raccolta firme contro i decreti regionali sulla sanità. No alla chiusura dell’Andosilla”.
Presenti molte amministrazioni del comprensorio tra le quali: Sant’Oreste, Calcata, Faleria, Castel Sant’Elia e Corchiano.
Ha voluto apporre la propria firma contro i tagli all’ospedale anche il vescovo della Diocesi di Civita Castellana, monsignor Romano Rossi, che ha spiegato: “Un mio sacerdote della zona è stato colpito da un infarto ed è stato portato subito all’Andosilla.
Se non ci fosse stato un ospedale così vicino dove i sanitari gli hanno prestato le prime cure prima di essere trasferito in un centro più attrezzato, io a quest’ora avrei un prete in meno. Questo è un esempio della necessità di avere una struttura ospedaliera a portata di mano al servizio dei cittadini. Un ospedale deve servire al popolo e alle persone meno abbienti che devono essere rispettate nella loro dignità. Spero che chi deve fare delle scelte tenga conto di questo criterio”.
“A questo punto – ha dichiarato il sindaco Gianluca Angelelli - continuiamo a chiedere un incontro con Renata Polverini, perché i tagli sono ingiusti, iniqui e irrazionali. Già in questi giorni si sta incrementando una forte mobilità passiva verso gli ospedali umbri.
Il nostro ospedale rappresenta il 3% della spesa sanitaria del viterbese, quindi incide in modo infinitesimale sulla sanità regionale. Pensare di tagliare i diritti dei cittadini per risparmiare così poco non solo non risolverà i problemi della sanità regionale ma aggraverà i problemi di questo bacino di utenza che conta più di centomila persone.”
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