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Cna - Altrimenti sono penalizzate le piccole imprese
Diminuire le tariffe eliminando tasse improprie
Viterbo - 6 agosto 2010 - ore 13,15

- “Il prezzo dell’energia pagato dagli imprenditori italiani, ben 10 miliardi di euro l’anno, è più alto di 32 punti percentuali rispetto a quello applicato negli altri Paesi europei.

E le piccole imprese risultano particolarmente penalizzate, perché le tariffe sono più elevate proprio per le fasce di consumo più basse”. E’ ciò che emerge dal rapporto elaborato dal centro studi della Cna nazionale sulla base dei dati Eurostat che mettono a confronto i prezzi dell’energia elettrica in Europa negli anni 2008 e 2009.

Bolletta salata soprattutto per i “piccoli”, dunque. Lo scorso anno -si evidenzia nel documento- le utenze, al lordo delle imposte, comprese nella fascia di consumo più bassa (meno di 20 MWh annui) pagavano 28,2 centesimi di euro per kWh: un prezzo maggiore di circa 36 punti percentuali in rapporto a quello in vigore nell’area dell’euro.

“Il caro energia, dovuto a fattori di natura sia fiscale che strutturale, è, con tutta evidenza, tra le cause dello svantaggio competitivo del nostro sistema produttivo.

Questa criticità deve essere superata velocemente, con misure incisive e concrete - afferma Luigia Melaragni, segretaria della Cna associazione provinciale di Viterbo -. Condividiamo e sosteniamo le proposte presentate dalla Cna a livello nazionale: l’imposizione di tetti antitrust più rigidi nelle fasi di produzione, importazione e vendita; la perequazione fiscale sui consumi di elettricità e gas, che, a parità di gettito per l’erario, consentirebbe di annullare l’attuale trattamento iniquo tra piccole e medie imprese e grandi consumatori; l’eliminazione di accise, addizionali e oneri generali nel calcolo della base imponibile Iva; il trasferimento alla fiscalità generale di una parte degli oneri presenti in bolletta e la previsione di un tetto massimo per l’imposizione di ulteriori oneri”.

“Queste misure devono coniugarsi con una seria politica energetica, che, a nostro avviso, deve essere orientata verso la diversificazione del mix produttivo e puntare con determinazione -conclude Melaragni- sulle fonti rinnovabili”.


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