Riceviamo e pubblichiamo la nota del comune
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Il sindaco Mazzola durante il consiglio comunale |
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- Tarquinia dice no alla chiusura dell’unità di ostetricia e ginecologia dell’ospedale.
La maggioranza ha approvato la mozione contro l’ipotesi di accorpamento del reparto con quello del nosocomio di Civitavecchia. Gravi le assenze di molti consiglieri della minoranza e degli esponenti provinciali e regionali del Pdl.
«È un provvedimento scellerato e irrazionale - ha detto il sindaco Mauro Mazzola -. Sono pronto a dare battaglia».
Dal consiglio comunale straordinario il no di Tarquinia alla chiusura dell’unità operativa complessa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale.
La maggioranza compatta ha espresso il dissenso più assoluto, approvando la mozione contro l’ipotesi che il reparto venga accorpato a quello del nosocomio di Civitavecchia.
Gravi le assenze di molti consiglieri della minoranza e, soprattutto, degli esponenti provinciali e regionali del Pdl invitati a partecipare.
Presenti il consigliere regionale Giuseppe Parroncini, il presidente dell’Università Agraria Alessandro Antonelli, le associazioni sindacali, medici e infermieri e centinaia di cittadini che hanno espresso pieno sostegno all’azione dell’amministrazione.
Durissimo l’intervento del sindaco Mauro Mazzola.
«Il governatore Renata Polverini, e con lei il PdL, si assume la responsabilità di chiudere l’unità operativa di ostetricia e ginecologia senza dialogare con gli enti locali e le parti sociali – ha affermato –. È un provvedimento scellerato e irrazionale a cui mi opporrò con forza e nelle sedi opportune.
È stato già presentato il ricorso al Tar del Lazio».
I numeri del reparto suffragano le dichiarazioni del primo cittadino. Nel 2009 a Tarquinia, comune di 16.700 abitanti, sono stati compiuti 480 parti (490 nel 2008) contro i 401 di Civitavecchia, centro abitato che conta oltre 52.000 residenti. Di questi 480, 220 sono stati di donne civitavecchiesi.
Non è stata raggiunta la quota di 500 parti, in quanto la sala operatoria è stata chiusa per un mese a causa dei lavori di riqualificazione.
Il punto nascite presenta anche due aspetti tecnici importanti: la vasca per il parto in acqua acquistata con fondi comunali e la presenza sullo stesso piano della sala operatoria.
«In questa vicenda assurda esiste un altro paradosso – ha proseguito il sindaco Mazzola –. In caso di emergenze, sarà obbligatorio trasferire la madre e il bambino dall’ospedale San Paolo di Civitavecchia al nosocomio di Belcolle, a Viterbo, con pericolo per la salute di entrambi. Le due città distano tra loro oltre 60 chilometri e sono collegate da una rete viaria pessima. Il presidente Polverini venga a Tarquinia per vedere se queste affermazioni sono false».
Azzerare gli ospedali viterbesi e calpestare il diritto alla salute della popolazione sono quindi i criteri assunti per la redigere il piano di riordino del sistema sanitario regionale.
«La sanità non si gestisce soltanto con la fredda logica dei numeri ma attraverso il confronto con le realtà del territorio. – ha concluso – Non si può fare della macelleria sociale. La razionalizzazione dei costi è indispensabile, ma non è pensabile farla a discapito dei cittadini».
Comune di Tarquinia
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