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Il maestro Stefano Vignati, direttore artistico del Tuscia Operafestival
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- Tornano i Carmina Burana al Tuscia Operafestival.
A distanza di tre anni, dopo aver rappresentato la punta di diamante dell’edizione 2007 del festival in occasione della Notte Bianca della Città di Viterbo nella suggestiva piazza San Lorenzo, la cantata scenica composta da Carl Orff questa volta cambierà location.
A ospitare l’opera, rappresentata in Italia per la prima volta alla Scala di Milano nel 1942, sarà l’Arena Valle Faul il prossimo sabato 7 agosto.
Sul palco per l’occasione l’orchestra sinfonica del Tuscia Operafestival, la camerata polifonica viterbese con il maestro Piero Caraba, il gruppo polifonico F. Coradini di Arezzo con il maestro Vladimiro Vagnetti. Dirigerà il maestro Stefano Vignati, direttore artistico del Tuscia Operafestival.
Un appuntamento particolarmente atteso, sia dagli organizzatori, ma anche da gran parte del numeroso pubblico presente nel 2007, che già da qualche giorno ha confermato la propria presenza per la serata di sabato. La prima parte dell’opera, particolarmente evocativa, è un’ode alla natura. Musicalmente è caratterizzata dalla costante presenza ritmica di un’orchestrazione molto originale.
Al posto delle sonorità colorate e leggiadre del romanticismo, le tonalità sono maggiormente definite con una rivisitazione del canto gregoriano e della canzone strofica medievale che crea un effetto magico e senza tempo.
L’originalità dell’opera si sofferma anche sulla partitura corale, sui singoli gruppi strumentali che si comprimono in ampie masse sonore. Le percussioni, altro elemento di dirompente trasgressione per l’epoca, rinforzate dal pianoforte, accentuano i ritmi ostinati ed energici della scrittura.
“Ogni volta che mi trovo a dirigere questa monumentale pagina dei Carmina Burana – ha sottolineato il maestro Vignati - non posso non pensare a Friedrich Nietzsche e ai suoi scritti sullo spirito “Apollineo e Dionisiaco”. La contrapposizione di queste due forze del tutto naturali, trovano attraverso la mediazione di Carl Orff una nuova dimensione espressiva e soprattutto un’armonia formale, direttamente riconducibile alla tragedia greca.
Il pensiero razionale del compositore e la struttura geometrica utilizzata nei Carmina si originano fondamentalmente dal canto gregoriano, creando, in apparenza, un clima di profonda meditazione e ascetismo che ben si identifica con lo spirito apollineo. Ma solo in apparenza – prosegue Vignati -.
Ritmi e sonorità dirompenti repentinamente travolgono il pubblico e, spazzando via quella sorta di quiete ascetica, in nome dell’Amore, della Fortuna e del puro godimento carnale si consacrano, e ci consacrano, definitivamente e in modo “umano, troppo umano” al dio Dionisio”.
A dare voce a una delle più prestigiose e preziose antologie di documenti poetici e musicali del Medioevo saranno il soprano Noriko Hirabayashy, il controtenore Mario Bassani e il baritono Salvatore Grigoli. Davvero un concentrato di emozioni e suggestioni che solo una delle più importanti testimonianze medievali, divenuta capolavoro musicale grazie all’opera certosina realizzata da Carl Orff, sa offrire al pubblico e al patrimonio artistico universale.
La rappresentazione dell’opera, strutturata in un prologo, cinque parti e un finale, avrà inizio alle 21,30. I biglietti sono in vendita al costo di 15 e 20 euro sul circuito Lottomatica e nelle consuete rivendite.
Per consultare il programma completo degli appuntamenti: www.arenavallefaul.com. Info: tel. 0761 345135 340 0880077.
www.tusciaoperafestival.com - www.arenavallefaul.com
Prologo: Fortuna imperatrix mundi ("Sorte imperatrice del mondo"), nel quale è presente il famoso brano O Fortuna; c'è l'invocazione alla Dea Fortuna sotto cui sfilano diversi personaggi emblematici dei vari destini individuali:
O Fortuna
Fortunae plango vulnera
Prima parte: Primo vere ("Primavera"), in cui si celebra l'aspetto lieto della primavera:
Veris laeta facies
Omnia Sol temperat
Ecce gratum
Seconda parte: Uf dem Anger ("Nel prato"), nel quale compaiono brani in antico alto tedesco (interamente o in parte):
Tanz (l'unico brano interamente strumentale)
Floret silva nobilis
Chramer, gip die varwe mir
Reie (o Swaz hie gat umbe)
Were diu werlt alle min
Terza parte: In taberna ("All'osteria"), dove prevalgono i canti goliardici:
Aestuans interius
Olim lacus colueram
Ego sum abbas
In taberna quando sumus
Quarta parte: Cours d'amours ("Le corti dell'amore"), che contiene brani che inneggiano all'amore:
Amor volat undique
Dies, nox et omnia (in parte in provenzale)
Stetit puella
Circa mea pectora
Si puer cum puellula
Veni, veni, venias
In trutina
Tempus est iocundum
Dulcissime
Quinta parte: Blanziflor et Helena ("Biancofiore ed Elena"), che segna la conclusione della parte precedente:
Ave formosissima
Finale: Fortuna imperatrix mundi, che ripete il brano iniziale:
O fortuna
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