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Roberto Talotta
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Riceviamo e pubblichiamo - Quando una “programmazione sanitaria”, peraltro elaborata con criteri a dir poco paradossali, suscita la reazione popolare, così come accaduto nei giorni scorsi presso l’ospedale di Civita Castellana che ha ospitato un consiglio comunale straordinario, allora gli “addetti ai lavori”, come politici e burocrati regionali vari, devono necessariamente porre la massima attenzione per mettere in campo una serie di cautele che non siano dettate né da interessi prettamente di partito né, tantomeno, da biasimevoli tornaconti di governo.
La partecipazione di tantissimi cittadini espressa come forma civile e democratica di protesta e di rivalsa per la tutela di elementari e sacrosanti diritti come quello della salute, deve essere considerata e rispettata proprio perché nasce dal profondo sentimento popolare, che non ha altri interessi se non quello di validare quanto realizzato in termini di patrocinio sanitario per l’intera collettività.
Certamente, dalla dimostrazione pubblica di Civita Castellana, si comprende la voglia di reagire a tutte le provocazioni racchiuse nell’irrazionale volontà politica di togliere ossigeno alle già asfittiche strutture ospedaliere della Tuscia, da sempre terra di saccheggio, compiuto per soddisfare gli appetiti di altre aree più o meno limitrofe al viterbese.
La protesta e l’accoramento dei cittadini provengono da quelle persone che non trovano un “posto letto” negli ospedali e si devono accontentare di sostare nelle corsie in una situazione da “quarto mondo”; è rappresentato da tutti quei malati costretti ad attendere mesi e mesi per effettuare una prestazione specialistica o un semplice esame diagnostico; è rappresentato da tutti coloro che, affetti da patologie gravi ed invalidanti, sono obbligati al penoso calvario della “mobilità passiva”.
In definitiva, la rimostranza della cittadinanza, in questo contesto così delicato e significativo, và approvata e proposta come esempio da attuare in altri analoghi casi, per indurre al necessario ripensamento i responsabili della sanità regionale, oggi come ieri, del tutto inconsapevoli dello stato di insufficienza ospedaliera che patisce da sempre il nostro territorio, ad iniziare dal presidio di Belcolle, ancora menomato nella sua potenzialità e nella sua realizzazione.
Pertanto, tutti ci auguriamo che non si concretizzi il “piano di rientro sanitario” in questi depredanti termini per Tarquinia, Civitacastellana e, di conseguenza, per gli altri residenti del viterbese, a dimostrazione di una politica, quella vera, che ascolta e rispetta le autentiche necessità della sua comunità.
Roberto Talotta
Consigliere comunale
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