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Viterbo - Lettera aperta di Sposetti a Fumagalli
Caro Fernando è finito un incubo ma...
Viterbo - 3 agosto 2010 - ore 17,30

Ugo Sposetti
Riceviamo e pubblichiamo - Caro Fernando,

è finito un incubo. Con queste sincere e semplici parole hai commentato la fine di un calvario giudiziario iniziato il 4 maggio 2007.

Molti, ricorderai, cavalcarono strumentalmente quelle difficili giornate. Non furono risparmiate umiliazioni e cattiverie nei confronti della tua persona e dell’intera amministrazione comunale di Montefiascone che in quei giorni insieme all’intera città subì un grave danno d’immagine.

Il circuito mediatico-giudiziario provinciale decretò la fine civile delle persone coinvolte rispolverando la solita cultura del sospetto, anticipatrice di sentenze e giudizi. Seguirono commenti più o meno autorevoli carichi di indignazione .

Chi in quelle difficili giornate si proclamò garantista venne guardato con sospetto, come colui che sbandierando nobili principi voleva nei fatti coprire i “ soliti politici corrotti”.

Personalmente ebbi modo di dichiarare che forse era stato commesso un errore nell’aver accomunato gli esponenti dell’amministrazione comunale e alcuni soggetti accusati di aver organizzato illecitamente lo smaltimento di rifiuti tossici. Avanzai argomentate riserve circa l’uso che era stato fatto di alcune intercettazioni telefoniche.

L’idea che qualcosa dell’impianto accusatorio non tornasse alla perfezione non sfiorò i cronisti provinciali e alcuni commentatori politici preoccupati di vedersi lanciare addosso l’infamante accusa di garantismo.

Un mio carissimo amico, noto commentatore di cose viterbesi, sulle colonne del Messaggero il 9 giugno 2007, firmò un articolo dal titolo “ L’iniziativa di Sposetti discutibile e pericolosa “.

L’interrogazione parlamentare da me presentata veniva giudicata “un elemento deflagrante che genera confusione nel cittadino e destabilizzante per un importante istituzione dello Stato” Una iniziativa tesa secondo l’autore “ a gettare fango sulla magistratura viterbese”, per questo irresponsabile e che rischiava di “ creare un caos istituzionale” .

Poi, come spesso accade nelle redazioni dei giornali l’attenzione prima si stempera e poi si annulla. Coloro che sono rimasti imbrigliati nel tritacarne, colpevoli o non colpevoli, restano soli con i loro familiari e amici a elaborare il dolore.

Ma il giorno in cui vieni assolto dal reato di corruzione (non un reato qualsiasi) ritengo che molti debbano sentire il dovere di ritornare su quella vicenda per capire dove, come e perché hanno sbagliato.

Non basterà cavarsela affermando che in molti di quegli articoli ci si è limitati a esercitare il sacro diritto – dovere di informare l’opinione pubblica e che ogni critica, specie se proveniente dai politici, serve solo a limitare la libertà di informazione .

Personalmente penso che quanto accaduto dimostri quanto sia sbagliato tentare di utilizzare le inchieste giudiziarie, allo scopo di danneggiare gli avversari .

Il controllo di legalità e di trasparenza, da parte della magistratura, deve essere sempre, rigoroso ,a va attuato all’insegna del necessario garantismo e non, invece, confuso con il bieco giustizialismo : quello per intenderci, tanto caro ai novelli Saint –Just dei partiti e della stampa .

E la presunzione di non colpevolezza va mantenuta nei confronti dei cittadini, ancora non raggiunti dalla definitiva pronuncia di tutti i gradi di giudizio. E’ un principio sacrosanto, previsto dalla Costituzione. Va difesa l’autonomia della Magistratura dagli attacchi ingiustificati e pretestuosi condotti da alcuni settori della politica .

Al contempo va criticata quando, come nel tuo caso, assume provvedimenti restrittivi della libertà personale a carico di persone che poi vengono scagionate da tutte le accuse. ( Potrei cavarmela citando le riflessioni di Calamandrei e di alcuni dei padri Costituenti ma, considerata l’importanza e l’attualità delle tematiche affrontate, preferisco tornare sul tema in un’altra occasione) .

Non appartiene alla normalità quanto ti è accaduto .

Non si possono attendere tre anni per veder chiusa la fase iniziale di un processo. Non si può sottrarre ad una persona il diritto di vivere con serenità la propria vita. .

Per questo non possiamo limitarci ad apprezzare il tratto “ civile e gentile” della tua reazione. La politica ha il dovere di capire cosa non funziona nel sistema giudiziario e porvi rimedio.

Caro Fernando, concludo questa lettera esprimendoti la mia personale soddisfazione per l’esito positivo di questa vicenda. Spero che la sentenza ti ripaghi delle tante amarezze subite e ti restituisca l’onore politico che ti è stato momentaneamente tolto .

Goditi questi giorni di serenità con la tua famiglia che non ti ha fatto mai mancare sostegno, affetto, amore.

Ti auguro di recuperare pienamente nella tua meravigliosa città, la tua serenità e le tue passioni.

Ugo Sposetti


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