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Corchiano - Successo per la serata di sabato 14 agosto
Torna in tavola la cucina romana antica
Viterbo - 19 agosto 2010 - ore 20,00

- Nella serata di sabato 14 agosto in piazza Padella, uno degli angoli più evocativi del centro storico di Corchiano, si è svolta la seconda edizione della manifestazione "Aspettando Ferragosto".

Al suo interno, il gruppo archeologico romano ha organizzato una degustazione di cucina romana antica, primo passo di un percorso volto al recupero e alla diffusione di antichi "sapori e saperi" collegati al recupero della via Amerina, sulla stessa lunghezza d'onda di quanto il GAR sta facendo da ormai diversi anni presso i propri campi di studio di Tolfa e Ischia di Castro.

Con la collaborazione della locale azienda agricola del Sole che ha fornito gratuitamente i vini e l'olio d'oliva, il Gar ha riproposto piatti tipici di duemila anni fa come la "lenticula ex lucanicis", saporitissima salsiccetta con lenticchie, discendente di quella "lucanica" che i legionari avevano apprezzato in Lucania e che oggi conosciamo con il nome di luganega, accompagnata da pane "kyllastis" e salsa di olive "epytirum".

Sullo stesso tavolo si poteva anche gustare la "puls iulianae", polenta di farro e carne tritata adorata dall'imperatore Giuliano, il "libum", pane al formaggio che veniva offerto agli spiriti familiari e concludere con il "savillum", formaggio cosparso di miele e semi di papavero.

Il successo dello stand, richiamato anche dal bollettino della chiesa locale, ha spinto Laura Caretta, responsabile scientifico del Campo di Ricerca del Gruppo Archeologico Romano di Falerii Novi Necropoli Meridionale della Via Amerina, ad anticipare una promessa per il prossimo anno: "Un simpatico evento come questo può mostrare al grande pubblico, in maniera gradevole, un aspetto  del  lavoro di ricerca che i volontari stanno compiendo da quasi trent'anni nel territorio per valorizzare il percorso della Via Amerina e per ricostruirne il passato anche nella quotidianità.

Per il prossimo anno contiamo di ripetere l'esperienza, magari legandola alla riscoperta di quella ventresca falisca tipica di quest'area, citata da Catone e da altre fonti antiche e del mulsum mielato".


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