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Salvatore Giuliano |
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Giuliano con Pisciotta |
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La copertina della Domenica del Corriere sul processo di Viterbo |
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- Messo nuovamente in discussione il processo sulla strage di Portella della Ginestra tenutosi a Viterbo negli anni Cinquanta?E’ stata riaperta recentemente, nonostante siano passati sessant’anni, l’inchiesta su Salvatore Giuliano. Il famoso bandito di Montelepre ucciso, sembra, in circostanze misteriose.
Un’intricata vicenda coordinata dalla Procura di Palermo che dovrà faticare per chiarire le diverse versioni su questa morte avvenuta, ufficialmente, a Castelvetrano il 5 luglio del 1950.
Molto importanti, per arrivare alla verità, gli atti e la sentenza della Corte d’Assise di Viterbo relativamente alla strage di Portella della Ginestra avvenuta il 1° maggio del 1947 (quando a seguito di una sparatoria sulla gente morirono 11 persone e altre 27 rimasero ferite).
Il processo, tenutosi presso il Tribunale di Piazza Fontana Grande, iniziò il 12 giugno 1950 e si concluse il 3 maggio 1952 con la condanna all'ergastolo di 12 imputati. Tra questi anche il bandito Gaspare Pisciotta che, nel 1954, morirà avvelenato all’Ucciardone.
Tanti gli storici e i giornalisti che si stanno interessando per chiarire i fatti realmente accaduti. Tra questi anche lo storico Giuseppe Casarrubea, che ha passato l’ultimo decennio a studiare la strage di Portella della Ginestra, e il giornalista della Rai Francesco Cuozzo che ha chiesto ufficialmente una verifica sul corpo del bandito Giuliano utilizzando le moderne risorse scientifiche e tecnologiche.
Libri, film e documentari su una storia che vede sempre più coinvolti politici, mafia e agenti segreti americani.
Anche il nipote del bandito Giuliano, nel suo libro “Via d'inferno. Cause ed affetti”, racconta che il nonno sarebbe scappato negli Stati Uniti e che sarebbe morto soltanto pochi anni fa, ultraottantenne, dopo essere tornato due volte in Sicilia. Frutto dell’immaginazione popolare? Chissa?!
Un’altra ipotesi sostiene anche che i due cadaveri, quello fotografato sul luogo dell’uccisione e quello fotografato nell'obitorio, siano di due persone diverse.
Per questo il Pm palermitano Ingroia ha fatto partire una indagine a tutto campo e disposto l'acquisizione dell'unico video della morte diffuso all'epoca dalla settimana Incom e di molte foto dell'epoca. Anche la polizia scientifica sta facendo le sue indagini.
C’è da sottolineare che la Commissione Antimafia, nel 1974, ha secretato tutti gli atti relativi alla morte del popolare bandito fino al 2016.
Il processo, tenutosi a Viterbo per “legittima suspicione”, ebbe al tempo una larga risonanza mediatica e venne anche raffigurato dal famoso disegnatore Walter Molino, sulla “Domenica del Corriere” il 5 agosto del 1951, con la disperazione della madre del bandito Giuliano contro Gaspare Pisciotta che dalla gabbia le rispose: "Lo ammazzai perché se lo meritava!”.
Silvio Cappelli
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