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Viterbo - Contardo risponde ad Andreucci e si impegna a sollevare nuovamente il problema
Piccioni, ci vuole un regolamento
Viterbo - 18 agosto 2010 - ore 15,45

Enrico Maria Contardo, capogruppo Pdl al consiglio comunale
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Riceviamo e pubblichiamo - Durante la passata consiliatura presentai un ordine del giorno relativo alla limitazione del numero dei piccioni torreggiani, approvato all’unanimità dal consiglio comunale, basato su questi punti principali:

- il piccione è la specie più comune di volatili molesti che si insedia nelle aree urbane, nei centri storici e rovina manufatti pubblici e privati. E' portatore di circa 60 malattie, alcune delle quali mortali, contagiose per l'uomo e per gli animali domestici, i cui agenti patogeni vengono trovati nei loro escrementi;

- gli agenti patogeni di queste malattie vengono trovati negli escrementi dei piccioni; non è necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori possono trasportare la polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria, e innescando i processi infettivi;

- associata alle colonie di volatili, c'è sempre la presenza dei loro ectoparassiti, in particolare pulci, cimici, zecche e acari, che spesso causano forti infestazioni all'interno di edifici ove sono posti i nidi, soprattutto all'interno dei sottotetti. Questa è una fonte di seri problemi igienico-sanitari, essendo questi insetti a loro volta vettori di gravi malattie infettive e anche potenziali parassiti dell'uomo;

- il piccione è un temibile infestante ed è importante eseguire i necessari interventi di pulizia, disinfestazione e disinfezione per la corretta bonifica degli ambienti ed approntare efficaci interventi di allontanamento dei piccioni;

- i "piccioni urbanizzati", per effetto di una sentenza istruttoria del Pretore di Cremona del 18 gennaio 1983, sono considerati alla stregua di tutti gli animali allevati e quindi passibili di ogni azione di sfruttamento, compresa la cattura e l'uccisione; la sentenza approfondiva il concetto di "urbanizzazione" del piccione specificando che non devono valere per i colombi urbani le normative della legge 968/77 che riguarda la fauna selvatica come patrimonio indisponibile dello Stato, si ritiene infatti che la posizione sistematica, ecologica e legale dei cosiddetti piccioni di città sia quella di specie non appartenente alla fauna selvatica;

- si tratta di popolazioni la cui origine deve essere ricondotta a forme domestiche del colombo selvatico sfuggite al controllo da parte dell'uomo;

- l'art. 19 della Legge 157/92 prevede la concreta possibilità di adottare metodi di controllo efficaci (piani di abbattimento) ai fini della tutela del patrimonio zootecnico, per motivazioni sanitarie, per la tutela del patrimonio artistico, per la difesa delle specie selvatiche;

- per effetto di quanto sopra esposto i piccioni urbani non sono più patrimonio indisponibile dello stato, sono quindi suscettibili di attività atte al loro controllo;

- il soggetto titolare di intervento nei centri urbani è il sindaco.

Si chiedeva pertanto al sindaco e all’assessore all’Ambiente di:

- dare vita a un piano triennale di limitazione numerica delle specie piccione di citta' che soprattutto al centro storico e in alcuni quartieri della città sono diventati una presenza numericamente imbarazzante;

- studiare degli incentivi per i privati che intendano combattere questo fenomeno con i mezzi oggi in uso:dissuasori a spilli in acciaio, elettrici, reti;

- approntare un’operazione congiunta Asl/Comune/privati, affinché vengano limitate e controllate le risorse alimentari dei colombi, circoscritti i siti riproduttivi con l’adozione di misure atte a impedire la penetrazione, la posa e la nidificazione.

Al momento ho riportato questa pratica più volte all’attenzione della commissione consiliare e feci stanziare la somma di diecimila euro in bilancio per iniziare le misure di contrasto, ho presentato in commissione anche una serie di regolamenti di altre città, anche della nostra provincia, per arrivare a redigere un nostro regolamento, cosa che ancora non siamo riusciti a fare, probabilmente o non ci si rende conto del problema o si temono problemi con le associazioni ambientaliste.

La ringrazio pertanto del suo intervento e le assicuro che a settembre appena ripartiranno i lavori delle commissioni cercherò in ogni modo di redigere questo regolamento e iniziare le procedure per la limitazione del numero dei piccioni. Tra l’altro proprio in questo periodo una ventina di paesi della maremma toscana si sono riuniti per dare via a un piano complessivo per questo annoso problema.

Purtroppo il sistema dei dissuasori è inefficiente in quanto garantisce solamente che il pennuto non si posi sul davanzale dove questo è installato, per limitare il numero, solo la colonia del centro storico è di cinquemila volatili, bisognerà usare misure molto più drastiche.

Enrico Maria Contardo
Capogruppo Pdl al consiglio comunale


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Viterbo - 17 agosto 2010 - ore 3,10


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