Riceviamo e pubblichiamo
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Marcello Meroi
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- A nome dell’amministrazione provinciale e mio personale esprimo i sensi del più vivo cordoglio per la scomparsa del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.
Un personaggio sicuramente controverso, che ha contraddistinto cinquant’anni di storia italiana. Un personaggio amato e odiato al tempo stesso e che oggi lascia senza dubbio un vuoto enorme nel panorama politico italiano.
Ministro dell’Interno fra i più contestati della storia repubblicana (il ministro del caso Moro, delle repressioni di piazza, contestato dai Radicali per la morte di Giorgiana Masi), Cossiga ha saputo essere al contrario un ottimo Capo dello Stato, garante delle istituzioni, imparziale nel suo ruolo di presidente di tutti gli italiani, libero da schemi e condizionamenti ideologici.
E’ stato fra i primi a comprendere la necessità di unificare il paese dopo anni di tensioni e conflitti esasperati, riconoscendo legittimità costituzionale e rispetto a tutte le forze politiche presenti in Parlamento, superando l’epoca degli archi costituzionali e degli ostracismi.
Mi sento di affermare, senza tema di smentita, che proprio da Cossiga è arrivato, in tempi non sospetti, un contributo determinante nel gettare le basi per la nascita di una nuova destra, la destra di governo, che non ha mai smesso di avere in lui un importante punto di riferimento. Un uomo che ha saputo conquistarsi la fiducia e l’ammirazione di tanti giovani come me, che scrivevano il suo nome preceduto dalla lettera K, vedendo in lui l’emblema di un sistema che andava combattuto e cambiato.
Un politico che nessuno di noi si sarebbe mai sognato di votare e che invece ottenne proprio da tanti giovani di destra come me gli attestati di stima più sinceri e profondi nei momenti di maggiore difficoltà, quando dal suo mondo, quello dove era cresciuto e in cui aveva costruito le sue fortune politiche, arrivarono gli attacchi più pesanti.
Proprio Cossiga infatti, dal Quirinale, è stato il primo a comprendere che quel sistema, che noi tutti contrastavamo, era ormai superato e che bisognava modernizzare il paese partendo proprio dalla riforma della politica e dei partiti.
Lo ha fatto a modo suo con il ricorso a quelle ‘picconate’ che tanto indignarono certa parte del mondo politico che arrivò addirittura a chiedere nei suoi confronti la messa in stato d’accusa. Al figlio Giuseppe, sottosegretario alla Difesa, al quale mi lega un affetto personale e politico, che ho avuto modo di conoscere, frequentare e apprezzare nei cinque anni in cui sono stato deputato, porgo le mie più sentite condoglianze, unite alla consapevolezza che l’Italia debba molto in termini di crescita politica, culturale e democratica a Francesco Cossiga”.
Marcello Meroi
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