Riceviamo e pubblichiamo - Gentile redazione,
scrivo dopo aver letto i numerosi articoli e comunicati di questi giorni a proposito della vicenda dei precari della Provincia.
Tempo fa vi scrissi per un problema analogo riguardante i lavoratori del Cev e del loro assorbimento da parte della società Francigena.
In quell’occasione mi permisi di sollevare il dubbio sui criteri di assunzione applicati al Cev, ma anche alle altre società a parziale o totale capitale pubblico come Talete, Robur, Siit o la stessa Francigena.
Speravo, inutilmente, che qualche politico locale si prendesse il disturbo di spiegare a me, ma anche a tutti gli altri cittadini, specialmente quelli disoccupati, come gli sfortunati lavoratori delle società suddette fossero stati assunti. Naturalmente nessuno rispose.
Oggi torno a scrivere per porre la stessa domanda a proposito dei precari della Provincia, perché ritengo doverosa un’azione più trasparente nel reclutamento del personale.
Capisco l’impegno dei sindacati e dell’opposizione (nella quale mi riconosco politicamente) a voler forzare la conferma dei precari presso l’amministrazione provinciale. Capisco anche che la mancata conferma di questi lavoratori si tradurrebbe nella perdita di un sostentamento per tanti giovani e per le loro famiglie.
Ma non si trovano nelle stesse condizioni tutti i disoccupati? Non hanno forse tutti i cittadini lo stesso diritto di accedere all’impiego pubblico? Non è sancito dalla Costituzione l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di assumere attraverso procedura concorsuale?
Come ha scritto giorni fa un altro lettore, gli attuali precari sarebbero già avvantaggiati in un eventuale concorso dall’aver fatto anni di esperienza, ma è sacrosanto dare anche agli altri almeno l’illusione che “la legge è uguale per tutti”.
Elena Angiani
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